Adelmo Eliogabili, geometra per mestiere e astrofilo per passione, è uno dei Soci fondatori dell’AAI. La sua ammirazione per gli orologi solari lo ha portato a carpire i segreti della gnomonica e a diventare un abile costruttore di questi affascinanti strumenti. Ha all’attivo la realizzazione di oltre 200 esemplari, molti dei quali si trovano in mostra presso l’osservatorio “A.Betti”.
E’ oggi disponibile un libro-catalogo che illustra oltre 160 di questi meravigliosi orologi ed astrolabi, con bellissime immagini a colori, note tecniche ed una introduzione utile ai neofiti per comprendere come leggere l’ora su un orologio solare.
Riportiamo una breve introduzione all’origine ed al funzionamento degli orologi solari.
“Io sono il Tempo che fugge, la Storia che cambia, l’Amore che resta…”
Il linguaggio affascinante degli orologi solari, indicatori del tempo mediante l’ombra che scivola silenziosa sul quadrante.
C’è da supporre che fin dai primordi dell’umanità la vita degli uomini sia stata scandita dal succedersi naturale del giorno e della notte e dallo scorrere delle stagioni, ed è verosimile pensare che l’ombra prodotta dalla figura umana sul terreno sia stata il primo segnale della possibilità di misurare il tempo.
All’uomo primitivo non dovette sfuggire il fenomeno per cui, a metà tra l’alba e il tramonto, l’ombra della propria persona, e di qualunque oggetto, era più corta che in qualunque altro momento del giorno. Elemento prezioso, questo, che consentiva di usare il tempo disponibile, ad esempio per la caccia, in modo tale da non farsi sorprendere dal buio lontano dal proprio ricovero.
Quando le società nomadi divennero stanziali, poi, la vita doveva in qualche modo essere disciplinata nell’intervallo disponibile del giorno (alba-tramonto); ecco quindi la necessità di concepire uno strumento che misurasse, anche in modo approssimativo, il trascorrere delle ore. Nascono così i primi orologi solari, che per tanti secoli hanno scandito la vita dell’uomo basandosi sul ciclico movimento apparente del Sole.
Occorre ricordare che la divisione del giorno in 24 ore ha avuto origine nell’antico Egitto, mentre è cambiato spesso nel corso della storia il momento di inizio del conteggio, ossia l’ora zero. Ad esempio in Egitto veniva preso come riferimento l’istante dell’alba, ed in Mesopotamia il tramonto. Quest’ultimo metodo fu adottato anche da tutti i popoli europei fino al XVII secolo col nome di “ore italiche”.
Riportiamo di seguito i quattro tipi di ore più utilizzati durante la storia della gnomonica:
Ora italica: ad intervalli uguali; ore zero al tramonto del Sole;
Ora babilonica: ad intervalli uguali; ore zero all’alba;
Ora temporaria: ad intervalli disuguali; ore zero all’alba;
Ora oltremontana: (o francese, civile, moderna): ad intervalli uguali; ore zero alla mezzanotte.
Ovviamente queste ore segnavano, e segnano ancora, l’ora vera locale, in funzione della latitudine e del passaggio del Sole sul meridiano locale. L’orologio solare può inoltre fornire anche alcuni dati astronomici, come l’altezza del Sole sull’orizzonte, la sua declinazione ed il suo azimut, inoltre alcune linee (coniche) tracciate sul suo quadrante svolgono la funzione di calendario.
Non vi è limite alla forma e alla dimensione degli orologi solari; ne vediamo tracciati su superfici verticali, orizzontali, concave, convesse, inclinate e declinanti rispetto all’asse Est-Ovest; ne abbiamo anche di forma sferica e poliedrica. Anche l’uso dei materiali è incredibilmente vario: dal prodotto povero come la carta, alla tinteggiatura, all’affresco, al materiale prezioso (oro, avorio, legni pregiati…). Simili oggetti hanno sempre ispirato scienziati ed artisti, e dove questo connubio tra scienza ed arte si è manifestato in maniera mirabile si è data origine a veri e propri capolavori.
Concludiamo questo breve esposto citando un articolo scritto anni fa da Cesare Bay, apparso sulla rivista “Orione”. Così a grandi linee recitava: “Il costruire un orologio solare con le proprie mani non è un’impresa così semplice come si può immaginare, soprattutto se si intende tracciare qualche linea strana dal difficile calcolo. La gnomonica rappresenta un modo di approfondire le proprie conoscenze in materie generalmente ritenute piuttosto ostiche, quali la trigonometria piana e sferica, la geometria descrittiva, la geografia astronomica nonché l’astronomia. Comunque ci si avvicini agli orologi solari non si può restare indifferenti al loro silenzioso modo di comunicare, ed ai pensieri che suscitano riguardo al trascorrere del tempo e della propria esistenza.”
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